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Dentro i tamburi del Burundi il sole

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Senti. Batte felpato in terra scura
scalzo rumore in avvicinamento -
annuncio di luce in bocca galoppa.
Scocca la freccia nel fitto sentiero -
fondo rigoglio inarcato del cuore.

Tantra - Tangibile - Tannico - Tango

Dentro i tamburi del Burundi il sole
buio germoglia tra dita ramate -
zampillo del dio su messi in ascolto
chinate in covoni all’orda del vento.
Aurea appare un’arca nell’alba.






 Fiammetta Lucattini - 23/07/2012 18:26:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Densa e affascinante.

 cristina bizzarri - 23/07/2012 00:44:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Tam tam: grazie a tutti voi dei preziosi commenti! Ho sentito ieri sera sulla piazza di Civitanova Alta i "Tambours du Burundi": arrivano sulla scena sfilando vestiti con i colori della loro bandiera - verde, bianco e rosso, come la nostra - e con i tamburi sulla testa. Poi salgono sul palco e si dispongono in semicerchio attorno al tamburo centrale per cominciare la loro danza.
Sono danzatori e percussionisti che rappresentano nel mondo la cultura burundese. Sono rimasta incantata dalle modulazioni, dai ritmi che riescono a far scaturire dal loro strumento, oltre che dalla danza; in realtà viene rappresentato un complesso rituale spirituale.
Alessandro: a un certo punto il suono dei tamburi mi è entrato dentro, e da lì è partita l’immaginazione, il "messaggio" che quel suono, quel pulsare fondo mi hanno inviato, hanno fatto entrare nel mio corpo, come se lo aspettassi. Come se, ieri notte, quei tamburi fossero giunti appositamente per me, a parlarmi in un linguaggio non verbale ma perfettamente chiaro, senza nessuna mediazione tra me e il suono. Questo succede - credo Giovanni e Luciana possano confermarlo -quando si è aperti all’ascolto, quando noi stessi siamo domanda. Allora può accadere che un fatto - questo ensemble di danzatori e percussionisti nel mio caso - ci parli e ci faccia accorgere di qualcosa che già era in noi ma non vedevamo, o non volevamo vedere. Così il tamburo percosso ero io, percossa da una nuova consapevolezza (liberatoria). Il sole è la chiarezza della mente, il Sé, il dio (cosmico, che comprende per me tutte le religioni e fa parte della Verità inconoscibile ma sperimentabile- forse! - a frammenti, intermittenze) in noi. E’ un’esperienza liberatoria, commovente. Ci si sente uniti a noi stessi, compatti nonostante le disarmonie, le vicende personali. I termini, infine, in successione vorrebbero dare il senso del suono dei tamburi, quello che in me ha risvegliato: Tantra (anche se il termine non appartiene direttamente allo yoga) come espansione/allargamento della coscienza - Tangibile in quanto fortemente sentito nel corpo e nella mente - Tannico riferito all’asprezza e al colore rosso, sensuale, del vino che dona rilassamento e benessere - Tango come danza che unisce (due corpi/due essenze) e si ricongiunge al senso del Tantra ... Questo più o meno ho voluto esprimere Alessandro. Partendo, appunto, da una consapevolezza, un suono, che in me si fa strada "felpato", gradatamente ma con sempre più forza. Beh, spero di non aver pasticciato troppo!
Buonanotte a tutti e ancora grazie della vostra lettura. (l’arpa eolica mi affascina, dopo la vado a sentire).

 Domenico Morana - 22/07/2012 22:38:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

E’ un’arpa eolica

Ciao Cri

 Silvia De Angelis - 22/07/2012 20:47:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Davvero strepitosi questi versi, cara Cristina, che sanno effondere sensazioni d’indicibile intensità nel loro dire...
Trascorri una bella sera

 Luciana Riommi Baldaccini - 22/07/2012 18:58:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Cristina, trovo stupenda questa tua poesia. Non mi importa nulla dei significati, che sento densi in ogni parola: le tue immagini cantano!
Ciao

 Alessandro Mariani - 22/07/2012 18:24:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Mariani » ]

Tutto ha modo di partire da una percezione, diciamo quella dell’orecchio che origlia qualcosa. Felpato è una bellissima parola, che ho dovuto cercare sul dizionario per chiarirmene meglio il senso in rapporto alle altre; in questo caso è il rumore ad essere " rivestito" ma felpato, come straordinariamente hai intuito, significa anche " privo di rumore, smorzato". Abbiamo quindi un problema: come possiamo sentire ciò che non si può afferrare? Da qui in poi la tua ricerca è metafisica: il sentiero da percorrere è, nonostante l’assenza di rumori, fitto; quindi qualcuno deve abitarlo per forza. E coloro che lo abitano devono essere delle persone rigogliose, feconde, che possono dare qualcosa. Ma hanno un rigoglio inarcato nel cuore, uno splendido ossimoro. " Tannico" è un aggettivo che si riferisce all’acido; quindi, in proiezione, viene dopo Tangibile e prima di Tango; si vede anche qui la mancanza di una normale percezione, con la tangibilità inacidita dal ballo, che dovrebbe essere proprio quel motivo di inarcamento del cuore di cui parlavi sopra. La ricerca si fa spirituale: si parla di Dio, e la domanda che sorge è: si tratta di un dio pagano o cristiano? Si tratta del tuo Dio? E viene da chiedersi: cosa l’autrice intende per Dio? Io credo che, dopo aver citato il vento e l’aurora, una splendida arca che "appare", le domande siano molte, e sia meglio lasciarle insolute, come fai tu. Del resto porgersi la domanda è meglio che darsene risposta.
Ciao Cristina; la tua poesia è così bella e complessa che mi ci è voluta l’enciclopedia Treccani dei mie genitori per riuscire a decifrarla. Spero di avere detto bene. Un caro saluto. Posso chiederti, se ti va di rispondermi, cosa hai inteso fare per te stessa ponendo in successione queste tre splendide parole : " Tangibile - Tannico - Tango"? ( la domanda è tipica di Kenneth Burke). A presto su queste pagine.

 Giovanni Baldaccini - 22/07/2012 16:44:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Dio, Cristina, che bella che è...!

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